Centaurea minore

Categoria: Le Piante Pubblicato: Domenica, 27 Luglio 2014

Centaurea minore (Erithraea centaurum) Famiglia : Gentianacee.

Sinonimo: Erba della febbre. Il nome le deriva dalla leggenda che vuole fosse stata consigliata ad Achille dal Centauro Chirone per guarire la ferita infertagli da Achille.

 

centaurcentaurea min. a fiore rosso

 

 

 

 


                                                         

Descrizione:Pianta annuale e biennale, alta da 20 a 60 cm, cresce spontaneamente nei luoghi erbosi, in boschi e radure, dal mare alla media montagna, ha fusto quadrangolare eretto, ramificato in alto, foglie di base a rosetta, picciolate brevemente, lunghe 3-5 cm, obovate, mentre le foglie superiori sono più strette e acute; i fiori, piccoli e riuniti in piccoli corimbi; gli stami sporgono dal tubo della corolla e le antere si contorcono a vite, dopo l’emissione del polline, di color rosa, ma esiste pure la varietà a fiore giallo; il frutto è una capsula lunga circa 1 cm con numerosi semi di mezzo millimetro di lunghezza.

Fiorisce in estate, da maggio a settembre; se ne raccolgono le sommità fiorite, ma anche le altre parti. E’ inodora, di sapore amaro.Centaurea giallaCent. min. a fiore giallo

Contiene: principi amari, flavonoidi, acidi grassi, acidi fenolici, triterpeni, steroli, gentiopicrina, gentiopicroside, centapicrina, composti triterpenici, acido oneolonico, alfa-amirina, beta-amirina, eritrodiolo, acido malinico, genziafolina.

Proprietà: Conosciuta fin dall’antichità, le sue virtù sono state decantate anche da Plinio il Vecchio: notissima come febbrifugo, ha il potere di riattivare la motività e la secrezione gastrica; è anche antiartritica, vermifuga, antisettica, cicatrizzante, carminativa, tonica, colagoga, bechica e stimolante. Rafforza il cuoio capelluto e ne schiarice i capelli.

Trova applicazioni specifiche, da sola o in sinergia con Genziana, Chiretta, Noce vomica, nelle seguenti affezioni:aereocolia, afta, alito fetido, anemia, anoressia, atonia gastrica, clorosi, diabete, diarrea atonica, dispepsia, eczema, efflorescenza della pelle, epatalgia, epatomegalia, febbri intermittenti, idropisia addominale, ipocolia, itterizia, prurito itterico, scorbuto, scrofola, splenomegalia.

E’ controindicata a chi soffre di disturbi gastrici, ulcere e in presenza di vomito e diarrea.

Per uso interno si preparano gli infusi; per usi esterne è preferibile il decotto.

Infuso: 1 cucchiaio di parti secche in una tazza d’acqua bollente, filtrato e dolcificato da sorseggiare lentamente prima dei pasti è utile per riattivare le funzioni intestinali e calmare i dolori di stomaco.

Come febbrifugo si usa la polvere, meglio quella in vendita nelle farmacie, presa in ragione di mezzo grammo alla volta in poca acqua.

Pure in farmacia e nelle erboristerie si trova la tintura, che è preparata con 20 gr di sommità fiorite secche, (50 gr se fresche), in 300 gr di alcool a 60°, lasciare in infuso per 5 giorni e filtrare accuratamente; conservare in bottiglietta scura e in luogo fresco, da assumere a gocce (da 20 a 30) per regolare la secrezione biliare e per eliminare il meteorismo intestinale.

Per le combinazioni con altre erbe si rinvia ai preparati predisposti dai farmacisti ed erboristi.

Decotto contro la caduta dei capelli e per curare ferite e piaghe: 50 gr di sommità fiorite fresche bollite in 1 litro d’acqua fino a ridursi a 700 gr di decotto da usare con frizioni e impacchi sulle parti. Se filtrato e conservato in bottiglia chiusa e in luogo fresco può essere riutilizzato.

Sciroppo per riattivare le funzioni organiche dopo una convalescenza: 40 gr di sommità fiorite, in 300 gr di alcool a 90°, aggiungere gr 5 di foglioline di menta piperita, alcune gocce di succo d’arancia; lasciare macerare per 5 giorni; filtrare, strizzando le parti imbevute; preparare uno sciroppo con 800 gr di zucchero in 1,250 litro d’acqua; unire all’infusione alcolica, mescolando per bene; lasciare riposare per 3 giorni. Da usare come liquore ricostituente.

Curiosità: Dioscoride, famoso medico greco del 1° secolo, che fu medico di Nerone,

tra le tante applicazioni che ne faceva di questa pianta dice pure: “ L’herba fresca pesta e messa in su le ferite le salda; purga l’ulcere vecchie, e le consolida. Mangiata cotta purga per il corpo la cholera, e i grossi humori. Fansi della sua decottione cristere alle sciatiche; imperoché ella salva il samgue e cava il dolore. …Il succo è utile nella medicina de gli occhi…bevuta giova i difetti de i nervi…” ed ancora “ Cogliesi l’herba quando è piena di seme, e lasciati in mollo nell’acqua cinque giorni e poscia tanto si cuoce che l’herba sopravanzi la decottione e com’è fredda si spreme e si cola con pezza di lino, e gittata l’herba si rimette la colatura a bollire, tanto che si restringe come mele”. Dioscoride ci dice non solo che la utilizzava per combattere i dolori della sciatica, ma ci tramanda anche il sistema per farne una sostanza gelatinosa da usare all’occorrenza.

ATTENZIONE!!! Gli usi e le applicazioni sono indicati solo a mero scopo informativo, per cui si declinano tutte le responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico, alimentare, per i cui usi bisogna sempre richiedere il consiglio del medico farmacologo.


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