Mattino a Monacilioni
Sulle case accartocciate
sui ponti di bucato
dal fresco sapore di mandorlo
disegnano spirali le rondini.
Suoni familiari si perdono
nella serena pace dei campi
dipinti di verza e melograno.
E immerso in questa quiete
senza tempo non un affanno,
non un pensiero rigurgita
dell’ansimante città che fuggo.
Signora Civiltà, solo qui,
su queste pietre lavate di pianto
di vedove bianche
mi accorgo
della beffa che trami
e perciò ti dico:
“ sei una gran figlia di puttana!”
1987
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