Bianca Degnovivo- Poesie dialettali di Ugo D’ugo “ U Lucignëlë – Il Canto della ciavola.

Categoria: Hanno scritto Pubblicato: Sabato, 28 Giugno 2014

Poesie dialettali di Ugo D’ugo “ U Lucignëlë – Il Canto della ciavola

Introduzione

Leggendo le poesie dialettali sopra citate,a mio avviso un capolavoro di ”sapori antichi “ del Molise, si prova veramente la “dolce malinconia” di ricordare il passato, le tradizioni, il gusto per le cose semplici o meglio il sapore di cose vissute in un mondo che forse non ritorna più ma che può essere rievocato attraverso la lingua dialettale campobassana a cui ricorre Ugo, dopo un lungo studio e una ricerca culturale in merito, le varie esperienze acquisite e gli insegnamenti ricevuti da maestri noti per la valorizzazione di tale lingua. Scorrendo la lettura delle sue poesie, ho l’impressione che lui trovasse congeniale e quanto più naturale esprimere i suoi sentimenti proprio nel dialetto molisano perché meglio si accosta alla realtà quotidiana ed è capace di far leva sui sentimenti umani. E ci riesce benissimo regalandoci un “affresco” di colori, ambienti e personaggi tipici della vita paesana: fanciulle, giovani, amici ,anziani, parenti, la propria amata, i genitori ”provati” per le fatiche, i sacrifici e le lotte per vivere. E’ come trovarsi davanti ad una tavolozza di colori e di sfumature varie, simile a quella rappresentata da un pittore che ha utilizzato la tecnica migliore per rappresentare al meglio le caratteristiche del paesaggio preso in esame, in questo caso, quello molisano che appare di una bellezza selvaggia, forte, primitiva, rurale in cui si rispecchiano i sentimenti forti degli abitanti stessi. Appaiono incisive le descrizioni della campagna rallegrata da molteplici voci della natura: i gorgoglii dei ruscelli dall’acqua chiara e fresca ”Funtanella de la fota, tu che miesce/ l’acqua bella”…l’incanto dell’alba, il soffio del vento che culla le prime foglie, i colori della terra molisana”terra d’amore”, “terra di pittori”, le case del borgo depositarie di antichi oggetti buttati ”sott’a’ssa scurdija: (verzella, spara, quartare, vucale…”località rurali, (Murtarielle) tradizioni molisane, (la festa d’u puorche) paesini ridenti sulle montagne,…..e così si potrebbe andare oltre, tanto è vasto il mondo paesaggistico e umano che il poeta Ugo ha saputo descrivere. Un paesaggio fortemente espressivo che coinvolge lo stesso ”paesano” orientandone i sentimenti, le speranze e i propositi per la vita futura. Costui ama quel mondo così com’è, anche se non lo appaga del tutto e lo sottopone a una vita sacrificata o non gli offre prospettive adeguate per il futuro dei suoi figli. E, quando ritorna nei suoi luoghi natii lasciati per cercare soluzioni migliori di vita in terre straniere, preferisce ricordarli come li ha lasciati, sebbene questi ora siano mutati. “…Luntane tu staië / pë’ t’abbuscà u panë”.(Mulisanë p’u munnë)- “Ma la puurtà e la caraštija,/ la famë e la ngurdenija d’u rënarë,/mannënë ’šta bona gènta/assai luntanë….( Terra mulesana). Con commozione si leggono questi versi che rimandano l’immagine dei nostri nonni o parenti che sono partiti per paesi lontani, soli e disperati con l’amarezza nel cuore e il paese negli occhi. Anche il poeta Ugo ama ricordare i luoghi molisani, le feste paesane, i fatti accaduti, le persone care ormai scomparse “Spezzoni di memorie”, i ragazzi malnutriti che per fame andavano a spigolare tra le stoppie …., (Fanciulli a spigolare) gli amici, gli stati d’animo, le situazioni, ora con tono accorato, ora con tono critico, ora con “dolce sapore antico”, attingendo proprio dalla lingua parlata locale o meglio dal dialetto campobassano perché più vicino al nostro immediato sentire. Un dialetto, dunque, vivo, colorito, accurato e ricco di scelte lessicali, di simboli e di musicalità ma nel contempo dotato di profondi contenuti che ci commuovono ed appagano la nostra sfera sentimentale. A dire il vero, anch’io, leggendo le poesie di Ugo, sono stata coinvolta nel processo nostalgico: i dolci ricordi giovanili, gli studi compiuti, gli amici, la terra molisana, un tempo, ancora più primitiva, l’attaccamento tenace ad essa per il nostro modo di vivere fatto di semplici cose, di speranze, di sogni, di affetti appaganti solo per il fatto che eravamo ottimisti e speravamo in un migliore futuro. Infine, il ridestarsi dell’amore per le origini molisane forse un po’ sopito dalla vita caotica e moderna della città ma sempre radicato nel mio animo e prontamente riaffiorato dalla lettura di un termine dialettale o dalla visione di un oggetto antico o dai ricordi paesani. Comunque al di là del mio coinvolgimento nel tema della “rimembranza”, desidero sottolineare che l’esperienza poetica di Ugo è notevole per il fatto che ha amalgamato con sapiente maestria i temi più disparati dal sociale e culturale ,come la povertà, la miseria della terra del Molise, l’emigrazione, la guerra, la droga, la corruzione, gli inganni, la voglia di apparire, al religioso dove sono evidenziati l’assenza dei sentimenti di fede e di religione, la droga, la solitudine che incupisce la vita dell’uomo; non solo, ma anche quella degli animali, espressioni di fede e di religiosità quando si appella a Dio e lo ringrazia per il Suo amore verso l’umanità, per la somma bontà e il messaggio di pace e di speranza che infonde fra gli uomini, ”Solo vo per la via/verso la luce amica/che si chiama Dio. (Solo); “Ma la vita è / una manciata di minuti / dispersi dal soffio /dell’Eterno (La vita è un soffio), “Solo con la serenità / degli umili / troverai la strada / che va diritta al Vero” (Assorto l’uomo). Inoltre nel suo mondo poetico non mancano riferimenti critici verso la vita odierna chiamata ”l’era del dire e non fare”, basata sul consumismo, sulla voglia di apparire, sulla corruzione, sugli inganni e sull’assenza dei valori umani . Altro tema caro all’autore è l’amore che è cantato in tutte le sue manifestazioni, a cominciare dall’amore per il paesaggio, per la natura che ci circonda e quello per la bellezza femminile che è trattato con accenti lirici dolci e profondi da coinvolgere la nostra sfera spirituale: “I miei occhi nei tuoi / e vedo il sole” (Risveglio), ”Il tuo sorriso / fresco di rugiada / l’ho raccolto / come il tuo bacio/…(Il tuo sorriso), “Un raggio di luna /riflesso /nei tuoi occhi,/…(Serenata a noi due), “Lë figliolë ghianchë e roscë/…..profumatë cummé rose /so’ bëllézzë dë paišë”) (U Mulisë è ‘na gulija). Singolari questi ultimi versi che introducono uno scenario naturale di straordinaria bellezza: tutto intorno è un sorriso, la campagna del Molise è un’armonia di suoni e di profumi di fiori che mette nell’anima una liberazione di sensi… Potrei citare altre poesie, sono tutte belle e di temi differenti che stimolano profonde riflessioni e appagano l’anima, ma mi soffermerò su una, particolarmente toccante per la struggente malinconia e per i contenuti sociali,“ Terra mulesana” in cui si ravvisano forti sentimenti, come la nostalgia della propria terra e delle cose care, il problema dell’emigrazione causato dalla povertà e dalla mancanza di lavoro, il desiderio di far fortuna. M’intenerisce la descrizione del paesaggio molisano in una delle sue giornate invernali con le montagne imbiancate di neve: dalle case si vede il lupo scendere lentamente verso il paese con le fauci aperte per la fame e la gente, forse più disperata dell’animale, è costretta a lasciare la propria terra cui ha rivolto sudore, fatica e affetti, per partire verso paesi lontani in cerca di fortuna e denaro. “La terra mulësana”, decantata da Ugo nel suo dialetto verace e toccante, appare bella e nessuna altra terra regge al suo confronto. “….la tèrra noštra è povëra/ma bèlla cummë a éssa/ ’ntèrra nën cë në šta.”

Ho ricevuto da Ugo, come dono, i testi sopramenzionati e, per ringraziarlo, ho sentito il desiderio di commentarli. Mi piacerebbe divulgarne i contenuti anche nella mia regione di adozione, il Veneto, per trasmettere la bellezza e la musicalità del dialetto molisano quale viva testimonianza di costume , di tradizioni e di storie di vita.                                                                                

Degnovivo Bianca

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