RENATO CAROSONE al Circolo

Categoria: Chiacchierate ai circoli Pubblicato: Lunedì, 19 Settembre 2022 Scritto da ugo

RENATO CAROSONE

Buonasera a tutti. Innanzitutto ringrazio il Presidente per avermi dato quest’altra occasione di intrattenermi con voi per questa piacevole chiacchierata.

Questa volta ho scelto un argomento più leggiero, cioè parlarvi di un personaggio che sono sicuro è nel cuore di tutti  voi, perché questo personaggio  è entrato nelle nostre case, portando una ventata di allegria e di simpatia con la sua musica, con il suo sorriso, quindi voglio parlarvi e, non solo,  poiché alla fine ascolteremo insieme alcune sue canzoni, dalla sua voce e da quella del suo complesso, attinte da youtube:  incontriamo insieme Renato Carosone.

Renato Carosone, nasce a Napoli il 3 gennaio del 1920, in uno dei vicoli nei pressi di Piazza Mercato, da Antonio, impiegato del Teatro Mercadante, e da Carolina Daino.

All’età di sette anni, nel 1927, perse la madre, una splendida donna  che si dilettava al pianoforte, eseguendo brani classici e canzoni, spesso accompagnata anche dal marito e padre di Renato, il quale si dilettava al mandolino.

Quindi in questo ambiente passano i primi anni di vita di Renato.

Dopo la perdita della madre, il piccolo Renato siede spesso a quel pianoforte, forse anche per emulare il suo amore mancante, cercando di capirne le funzioni, gli accordi, e riuscendo anche ad eseguire brani più facili.

Suo padre si accorge della passione del figlio e lo manda a lezioni di pianoforte presso i migliori maestri del tempo: Orfeo Albanese, poi, essendosi trasferito  questi in Argentina, fu affidato a  Vincenzo Romaniello e, dopo la morte di questi, a Celeste Capuana, tutti importanti pianisti e docenti del Conservatorio napoletano, i quali fanno un bel lavoro, tirando fuori dal ragazzo tutte le sue virtù innate.

Intanto il ragazzo ormai tredicenne ha un primo lavoro, venendo assunto dall’Opera dei Pupi di Ciro Perna, per accompagnare con musiche le gesta di Orlando e Rinaldo.

A quattordici anni Carosone  si presenta da privatista per gli esami del V° anno di pianoforte presso il prestigioso Conservatorio S.Pietro a Maiella di Napoli e consegue  il primo diploma in Pianoforte, promosso da una commissione composta da Gennaro Napoli, Carlo Iachino,Alessandro Longo, Luigi Finizio, Luigi La Volpe e Paolo Danza, nomi eccellenti tra pianisti italiani. .

Presso l’Opera dei Pupi, Renato fa amicizia con E.A.Mario, autore di tante bellissime canzoni e della famosa Leggenda del Piave, il quale ha aperto una casa discografica e lo assume con il compito di far sentire le musiche delle canzoni ai cantanti, che  dovranno poi registrare.

Dopo questo periodo Renato Carosone viene scritturato  da Aldo Russo, un capocomico che organizza spettacoli nelle colonie dell’ Africa Orientale Italiana ed egli allora emigra.

In questo periodo, spostandosi dall’Eritrea alla Somalia, conosce Lita, una ballerina veneta molto graziosa, il cui nome vero è Italia Levidi, una donna bellissima di cui si innamora e la sposa, adottando, in seguito, anche il figlio che costei aveva avuto  alcuni anni prima, a cui lui,  Renato, sarà molto affezionato.

In questo periodo Renato si trasferisce ad Addis Abeba  dove va a dirigere l’orchestra Aquila Bianca.

Intanto il 10 giugno 1940 l’Italia entra in guerra a fianco della Germania e lui viene  chiamato alle armi e inviato in Somalia.

Alla fine della guerra Carosone  resta all’Asmara dove un suo cugino dirige il Teatro Odeon e  gli affida la direzione  musicale del teatro e dell’annesso night club, frequentati dai militari americani e inglesi.

Dopo alcuni anni, Renato rientra in Italia ed entra in diverse piccole orchestre che suonano nelle balere e, in questo periodo, viene invogliato a formare un suo trio con Gegé di Giacomo, eccezionale batterista e cantante, e con Peter Van Wood, chitarrista bravissimo e cantante.

Il trio si esibisce nei migliori locali di Napoli e dintorni portando pezzi di musica, rivisitati dall’estro innovatore di Carosone, che sfrutta le sue esperienze  di conoscenza  della musica africana e americana, di cui  in particolare il jazz .

Il successo del piccolo complesso va via via crescendo e il nostro Renato pensa di ampliarlo portandolo a sei elementi; cosa che dispiace a Van Wood, che lascia il trio e al suo posto Renato porta nel gruppo un altro bravissimo chitarrista, Franco Cerri.

Il nuovo complesso è un sestetto e si esibirà tra Napoli e Roma e poi in tutti i più importanti locali della Versilia e del resto d’Italia, portando un’aria musicale nuova, un repertorio di rottura con il vecchio, fatto di canzoni troppo sentimentali, di una tristezza che non ben si sposava con il clima apportato anche dal boom economico a cui la generazione uscita dalla guerra e la giovanissima andava ormai conquistando.

Carosone ebbe l’estro di sfruttare quei ritmi musicali che già avevano fatto ingresso nel nostro paese condotti dagli americani e Lui, Renato, ha saputo adeguare alla nuova aria anche alcuni vecchi testi, riscuotendo successi insperati.

Le sue nuove canzoni allegre, ricche di ironia su comportamenti obsoleti della società; canzoni che recano una certa gioiosità e che hanno la forza di valicare monti e traversare oceani per andare a conquistare i primi posti delle classifiche americane sia del nord come del sud: “Tu vuo’ fa l’americano”, “Pigliete ‘na pastiglia”, “Maruzzella”, “Scapricciatiello”, “ O sarracino”, “ Caravan Petrol “,  “ O russo e a rossa “, “Io mammeta e tu”, “Jonny Guitar”, “ Giuanne ca chitarra”,“A casciaforte”, “Suspire”, “Malafemmena”, esecuzioni come  “Rock arond the Roll”, “Boogie woogie italiano”,  e tanti altri testi , molti dei quali  firmati con l’amico compositore Nisa.

(tutti testi che, secondo un mio pensiero e da me sperimentato, che  hanno il potere di non stancare mai; veri pezzi di “musicoterapia” se così possiamo dire, per cui dico grazie a Carosone  e anche a Gegè di Giacomo, il quale poi con la sua voce ci preparava al sorriso annunziando con l’espressione “ Canta Napoli…”, aggiungendovi “Napoli a spasso” se trattavasi di “Io mammeta e tu”, oppure “ Napoli in farmacia” se trattavasi di “Pigliete ‘na pastiglia”, e con altre espressioni del genere per le altre canzoni).

Purtroppo Carosone volle lasciare l’attività molto presto, ritirandosi dallo spettacolo nel 1959, nel mese di settembre,  a soli 39  anni, dandone annuncio durante la trasmissione televisiva “Serata di Gala” presentata da Emma Danieli..

Dopo questa data tornerà solo per esibirsi nelle grandi occasioni nella sua qualità di pianista dalle eccezionali capacità e in alcune trasmissioni di successo, come pure in importanti locali come la Bussola di Focette.

Per la sua attività artistica Carosone ha ricevuto molti premi, tra cui il prestigioso Premio Tenco.

Egli poi si spense in Roma  il 20 maggio 2001, lasciandoci centinaia di brani musicali e molti dischi.

(segue l’ascolto di “ Torero”, di “Giuanne ca chitarre”, di “Io mammeta e tu”, , di “ O sarracino”, e di “Napoli in farmacia “ , “ O russo e a rossa”, Mambo italiano”  “E la barca tornò sola”)

Dai filmati avete notato di quanta animazione si sono arricchite le performance:  di Gegè in “ Tu vuò fa l’americano” e in “o russo ea rossa”,, e di tutto il complesso in “La barca tornò sola”,e nelle altre canzoni. Poi voglio farvi notare la bravura di Carosone quando ha arricchito la musica con l’ocarina  in “Mambo italiano”, e con quanta disinvoltura tutti gli altri complessisti hanno suonato più strumenti.

E con questo mi congedo augurandovi la buona sera e arrivederci al prossimo mese..

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