Ho letto l'opera prima di Rosanna Fanzo e mi è piaciuta molto. Poiché ho ritenuto interessante l'opera anche e soprattutto sotto l'aspetto psicologico, essendo l'autrice, oltre che musicista, una dottoressa in musicoterapia, ho preferito passare a mio fratello Filippo Leo, il compito di esprimersi su di esso. Ecco di seguito le sye:  

Riflessioni

sull’opera “Stasera l’amore arriva dal mare

di Rosanna Fanzo, Edizione Nuova Cultura,

ISBN 978.88.3365.096.8,  dicembre 2018.

1 – La Struttura

Il testo ha una struttura sua propria.

Il titolo  “Stasera l’amore arriva dal mare”, lo dice lei stessa in fondo al volume, “ha avuto una lunga gestazione” che risale  a un progetto di spettacolo realizzato nel 2016. All’epoca erano già scritte sette delle miniature della prima sezione. Al titolo aggiunge il sottotitolo significativo di “Miniature di attimi nudi”.

L’opera è composta di 136 pagine ed è dedicata alle anime creative e all’arte.

Comincia con un Preludio, seguito da un Prologo, ritenuti entrambi necessari per avviare il lettore a comprendere  il significato del titolo, il perché della doppia scrittura, in prosa e in versi, e    il senso delle singole parti di essa i cui titoli risultano piuttosto oscuri, non di immediata acquisizione per tutti. 

Segue una Lettera in versi, molto suggestiva, indirizzata al lettore, ricca di sentimenti personali e di rispetto per chi legge, in cui vuole comunicargli tutto il fervore, la tenacia, la passione che l’ha animata durante la gestazione del testo in una lingua esemplare per scelta di lessico, per musicalità e scorrevolezza che prelude a quella usata nell’opera intera.

Il corpo della materia narrata è diviso in tre parti, ognuna delle quali viene ripartita in due sezioni, distinte da un titolo capace di dare unità di senso ai capitoli che lo seguono. Le sei parti sono caratterizzate dall’essere scritti con alternanza di prosa e non prosa e sono tutte di lunghezza ineguali.

Alla fine segue un’ulteriore Epistola poetica, indirizzata al lettore, e un Postludio, in cui spiega le ragioni della nascita del libro ed esprime  i suoi  ringraziamenti alle persone che hanno contribuito a rendere più bello il suo formato di stampa.

2 – Il titolo e il tema

Il titolo, lo troviamo citato a pagina 33, dove dice che Giulio, tornato dai paesi lontani sul lungofiume dove molti anni addietro era nato il suo grande e profondo amore per Marisa, sentì nascergli dentro la  frase “Stasera l’amore arriva dal mare.

Come lui anche qui la persona che ritorna, dopo il lungo viaggio temprato dall’esperienza e purificato dalla meditazione, resa dunque più matura di com’era alla partenza, sicuramente purificata dai dubbi, a conferma finalmente delle decisioni prese a suo tempo, si disse che l’amore arrivava dal mare nella  casa veramente sua, per incominciare una vita nuova dove l’attendeva chi l’aveva amata e continuava ad amarla con una tensione a dir poco febbrile (pag. 115). Questo è anche il messaggio finale del libro.

Il tema fondamentale dell’opera, dunque, è l’amore, quello vero, inteso nel suo significato più genuino e spirituale, fatto di gioia e dolore. Un argomento veramente classico, che ci riporta addirittura  al pensiero di Dante e  di Petrarca.

Una pianista, nonché dottoressa  in musicoterapia, sensibile, qual è la nostra scrittrice, ricca di cultura e di esperienze, quel tema, se nella storia poté essere di grande momento da ispirare la narrativa della produzione romantica di tanti popoli - oso ricordare Manzoni, Goethe, Hugo, Byron, Puskin, Tolstoi - e che nel campo musicale fu delizia  per l’intera produzione europea - ricordo ad esempio Beethoven, Schubert, Chopin, Listz. Verdi, Puccini. per lei non poteva non essere che linfa vitale capace di lievitare e accrescere le sue fatiche e il suo spirito migliore e quindi strumento di purificazione dell’anima, tanto più per lei, nata in Campania, vissuta quindi in un ambiente musicalmente stimolante, molto legato alla canzone e allo spirito dell’epoca d’oro - ricordo a tal proposito “Te voglio bene assai” di Sacco e Campanella del 1839, “Torna a Surriento” di De Curtis del 1904, “Reginella” del 1917 di Libero Bovio e “Signorinella” di Bovio e Valente del 1931 - non poteva non essere un motivo in più da consentirle lo slancio creativo descritto in questo libro. 

L’elenco dei richiami che mi sono permesso di fare potrebbe essere lungo, anzi, lunghissimo.

A mio giudizio, l’elevatezza dei contenuti e del linguaggio che li esprimono trascina il lettore, come ha fatto con il sottoscritto, con la stessa energia e la stessa passione che producono le Lieder e le sinfonie di Beethoven e di Schubert, delle quali ne rispecchia la struttura narrativa e poetica. Assai spesso alcune pagine fanno balenare alla mente le note di opere di Fryderyk  Chopin (come “Notturno op. 15 n° 1”, da lei stessa citato,  e “Tristezza Studio 10 n° 3”), di   Franz  Listz (“Notturno n° 3 Sogno d’amore”) come pure di Eduard Grieg (“Mattino”, primo movimento del suo Peer Gynt).

Il testo intero, scritto in prosa o in versi, è un’opera stupenda di narrativa e poesia. Il suo ritmo procede come un canto  passionale che apre la mente a profonde riflessioni sui diritti della mente e del cuore, accendendo e purificando i più sacri sentimenti con la sua scrittura  esemplare per nobiltà di scelta delle parole, della scorrevolezza del suo eloquio e della profondità e chiarezza dei suoi  concetti.

E’ lei stessa che lo conferma nel Postludio quando dice che “è proprio nella bellezza e nella possibilità di coltivarla e difenderla costantemente che riscopro, con consapevolezza, il mio posto nel mondo, la chiave di volta della mia esistenza”.

E, tale concetto, lo conferma quando  parla di educazione  seria e decisiva da prendere quale mezzo necessario per ovviare il più possibile gli innamorati ad evitare ingenuità e malintesi nel rapporto di coppia.

3 – I contenuti

La prima sezione della parte prima, scritta in prosa, che io, indifferentemente, giudico poesia, come in Manzoni giudico le pagine che narrano   L’addio di Lucia ai monti, è intitolata “Monadi”.

In essa viene raccolto, come dice l’autrice, “una ragnatela di caratteri”, quasi brevi miniature, tutte da leggere e da meditare, se non si vuole perdere l’incanto del suo pensiero e del suo discorrere.

Sono sedici bozzetti, una sorta  succinta di tassonomia che tiene conto dei caratteri, dei comportamenti e degli ambienti da offrire al lettore un sicuro e largo ventaglio delle più comuni variazioni del tema, riscontrabili nel tessuto sociale  dei nostri tempi.

Segue la sezione intitolata “Origami”, come dire di giochi di carta, di immagini e di parole, appena abbozzati, scritte in versi, capaci di stimolare  chi legge a stendere lo sguardo oltre le cose già dette. Sono  immagini, ambienti, pensieri colti a volo, più intuite che analizzate, sulle variazioni del tema fondamentale,

Segue la prima sezione della seconda parte, quella che presenta l’amore di chi lo riversa sulla persona amata. E’scritta in prosa e intitolata “Meditazioni private.

L’autrice qui si sofferma a considerare il bisogno di verità che ogni amante ha sui sentimenti e le promesse che gli vengono da chi l’ama in quanto, troppo spesso, ci si accorge di non riuscire a vedere il vero volto che la persona amata nasconde dietro le apparenze, dietro la sua maschera esteriore.

L’amante vive l’eterna incertezza di tutti, quella fondata sui limiti invalicabili della comunicazione di ciascuno, di natura metafisica e quindi strutturale, che non permettono a nessuno di penetrare in profondità nel cuore e nella mente di chi ci parla, per cui è costretta inevitabilmente a dubitare, a scandagliare e a credere o non credere, col costante rischio di sbagliare o di prendere una cantonata.

M’ama, non m’ama? Questo è il problema.

La sezione è composta di cinque capitoletti in cui analizza le insicurezze e gli inganni che si celano dietro le apparenze, le macchinazioni favolose e le catastrofi che possono accadere per colpa di tali inganni capaci addirittura di spegnere ogni rapporto tra loro come due mondi portati alla deriva in direzioni opposte.

Tra quelli che nella pittura moderna hanno fatto  della doppiezza umana il loro tema dominante è bene ricordare la figura e le opere di James Ensor.

Segue quale corollario ad essa la sezione in versi intitolata  “Contrappunto”in cui l’autrice  smaschera certe affermazioni che si tramandano sulla cecità dell’amore (Ares) e sui rimedi che ciascuno usa per cercare di superare le incomprensioni e le delusioni che incontra.

Gli ultimi due capitoli di questa sezione sono canti di coppie eseguiti all’unisono, duetti come si incontrano ad esempio nella Traviata di Verdi.

Infine arriviamo alla parte terza e ultima, la cui prima sezione intitolata Mimesi, è dedicata alla bellezza “dei luoghi e dei mattini”, come scrive l’autrice stessa. E’la parte dell’opera volta a parlare dell’amore che ognuno deve a se stesso: come dire “non puoi amare un altro se prima non ami te stesso.

Qui canta la bellezza di una spiaggia del Devon (U.K.) e di un mattino stupendo che mi ha rievocato le note del “Mattino” di Grieg, della sorprendente immagine colta a volo di un uomo in meditazione ai piedi di un albero e della passeggiata tra i vicoli di Atene prima di imbarcasi per fare il suo reale o immaginato ritorno a casa.

Sono pagine di meditazione, ambienti che infondono nel lettore pace e tranquillità.

Segue l’ultima sezione intitolata “Apeiron” un tuffo nell’infinito o anche un ritorno al principio del mondo o della vita umana dove le particelle come l’uomo appaiono come un nulla, dove ognuno ritrova solo la certezza di se stesso, del suo mondo.  Qui il navigante ritrova la sua identità, le sue certezze, la sua casa, le sue storie. Qui, dal mare, giunge l’amore alla vita di sempre, ma purificata, dove viene atteso da chi veramente l’ama.

4 – Per finire

A me è sembrato che il suo messaggio finale sia questo: “Se vuoi amare un altro, ama prima te stesso \ a e, se ti accorgi che qualcosa non va in te o tra entrambi, prima di prendere una decisione definitiva, stacca la spina, oppure prenditi una vacanza, magari fai un viaggio purificatore e, se credi di dover tornare sui tuoi passi, torna, ma rigenerata per intraprendere una nuova vita.”

A chi legge queste pagine di riflessione desidero ricordare che esse non esprimono adeguatamente  la bellezza e l’armonia che traspare dall’intera opera.

Solo la lettura diretta può appagare l’animo di chi cerca l’autenticità di ciò che un’anima schietta e nobile come quella della nostra autrice è riuscita a comunicare con amore ed estrema e gioiosa sincerità.

A lei quindi porgo il mio plauso diretto con la più schietta simpatia.

Napoli 7 – 1 – 2019

Filippo Leo D’Ugo

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